RECENSIONI


Recensione del giornale "OLTRE IL FATTO"

di Francesco Ruggieri
'U SUFFÌTTE

Il dramma della solitudine in una commedia tutta da ridere.
Sold out al teatro Turoldo per i due atti di Aldo Solito.
Rientro in grande stile che ha fatto registrare il tutto esaurito durante l'ultimo fine settimana, al teatro Padre Turoldo.
Un’opera originale che tratta un tema di grande attualità, quello degli anziani, e più in particolare della solitudine, in un nuovo contesto sociale in cui si è sempre più soli, pur se circondati da una rumorosa folla di persone: figli, nipoti, fratelli, amici, tutti freneticamente concentrati su sé stessi, ignorando tutto ciò che rappresenti l’altro da sé. Questo è in generale, ma in particolare si verifica nei confronti degli anziani. La commedia è ambientata tutta in un salone di una RSA, dove anziani con varie storie personali si raccontano, facendo emergere con le loro vicende personali tutto il dramma della solitudine e dell’abbandono.

Un tema davvero complesso e sicuramente difficile da proporre con una commedia.
E, invece, Solito è riuscito a intrattenere il pubblico con uno straordinario ed efficace mix di testi, tempi comici serrati e coinvolgenti, a cui ha corrisposto un’eccellente interpretazione da parte di tutti gli attori.
Non c’è ricorso a equivoci, gag, effetti speciali; è tutto naturale così come la vita ci propone. Si ride e tanto perché alla fine la vita è così: la signora sorda, la narcolettica che parla nel sonno, il padre abbandonato dalla figlia, che non si rassegna a vivere lontano dalla sua casa, dai suoi affetti, e Natale (Aldo Solito) che ha scelto invece di andare a vivere nella RSA perché a casa, nonostante figli, nipoti e affini, in realtà si sente solo. Natale è come una sorta di voce fuori campo, un narratore, che mette ordine tra le tante storie di cui ogni anziano è portatore sano. In realtà tutto è meno che fuori campo! Due ore abbondanti di presenza sul palcoscenico con ritmi incalzanti.
La storia è quella tipica vissuta da tanti anziani ricoverati nelle RSA perché i figli non possono (?) assisterli. L’alternativa sarebbe la badante; comunque un allontanamento, in un caso anche fisico, nell’altro comunque affettivo.
Nella RSA Natale ha scelto di andarci, si, ma obtorto collo; avrebbe voluto restare nella sua casa se ci fossero state le condizioni. Lo si comprende chiaramente quando parla del soffitto… ‘ U SÙFFITTE. Ogni costruzione ha un soffitto, anche la RSA. Ma dal soffitto della propria casa giungono suoni, segnali di vita, la musica a tutto volume, le urla delle mamme che richiamano i figli, il cigolio di un letto; dal soffitto della RSA solo rumorosi silenzi, lo sfiorare di qualche pantofola, il silenzio che sopraggiunge quando una stanza si libera perché l’anziano che la occupava è passato a miglior vita.
Solito, con cui al termine abbiamo avuto un costruttivo scambio di idee, non giudica, non condanna, non esprime giudizi morali, né può proporre soluzioni; espone, in modo davvero brillante, ciò che è la realtà.
La grandezza di un’opera artistica sta proprio nel non mistificare, non proporre iperboli, non dare soluzioni preconfezionate. È lo spettatore che poi elabora autonomamente e liberamente il proprio pensiero.
Nell’intrattenerci con i due fratelli Aldo e Angelo Solito, abbiamo parlato anche del teatro amatoriale, e di quante difficoltà si incontrino per mettere in scena un’opera. Tra le tante anche quella tipica, che riguarda tutto l’agire umano nella nostra città, l’incapacità di fare fronte unico.
Come già segnalato di grande livello l’interpretazione da parte di tutti gli attori:
Rosanna D’ Alò (Maria), Filomena Zingarello (Concetta), Aldo Solito (Natale), Donatella Zingarello (Pasqua), Orazio Tobia Pica (Mario), Angelo Solito (Filippo), Anna Montervino (Giuseppina), Christian Rizzi (Fantasma), Grazia Leggieri (Sofia), Luciano Battista (Benvenuto)
Direzione di scena: Francesco D’ Alò
Costumi: Michela Portosi
Trucco: Rita Solito
Scenografia: Angelo Solito
Regia: Aldo Solito
Una commedia da andare assolutamente a vedere per assistere a due ore di spettacolo che ci fa riflettere ma sorridendo, anzi ridendo. Poi, uscendo, ognuno rifletta come può e come sa.

 


Articolo "Puglia Press" dell'aprile 2023


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Recensione della Gazzetta del 24/01/17 di Leo Spalluto
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Articolo del:"Quotidiano" di Venerdì 28 Agosto 2015
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Recensione de "La Gazzetta del Mezzogiorno" del 19/06/2015
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Recensione di "Leo Spalluto" al Corriere del Giorno del 02/06/09
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Recensione de La Gazzetta del Mezzogiorno sul commediografo e attore Aldo Solito e la sua compagnia.
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Recensione teatrale "Non siamo pazzi...però" - La ritrovata limpidezza dei sentimenti.
     
-Uno spettacolo,in dialetto tarantino, ritmato e sempre godibile, mai incline alla battuta volgare-

Ma chi è veramente pazzo a questo mondo? E, soprattutto, siamo sicuri che chi si professa savio abbia davvero in mano le chiavi del bene comune? Non servirebbe, in fondo, un pizzico di follia per ritrovare la limpidezza dei sentimenti e l'affetto tipico dei bambini?     Domande tutt'altro che banali. A cui è più facile dare risposta dopo aver assistito alla rappresentazione di "Non siamo pazzi...però", ultima creatura del commediografo, regista e attore tarantino Aldo Solito, portata in scena sul palcoscenico del teatro "Turoldo" dalla compagnia "TeatroPerPiacere".                                                                               La penna di Solito, stavolta, vola felice e fluida per raccontare una tematica impegnativa e delicata: la pazzia e le sue conseguenze all'interno di un nucleo famigliare composto da tre fratelli. Ma solo uno di loro, Vittorio (lo stesso Solito) è "normale" e vuole costruirsi una vita nuova accanto alla fidanzata da poco conosciuta: proprio per questo convince i due congiunti a trasferirsi in una casa famiglia e a lasciare libera la propria casa. Così finalmente il matrimonio potrà avvenire... I due fratelli "cacciati", però, riescono inopinatamente a tornare a casa: Vittorio che ha appena invitato la compagna a trasferirsi in casa propria, è costretto a "nasconderli", presentandoli come collaboratori domestici: la paura di un rifiuto è troppo forte.                                   
Ma è proprio la fidanzata la protagonista dell'happy end: cresciuta da figlia unica, invita i fratelli acquisiti a restare in casa, contenta di aver trovato l'armonia famigliare cercata da sempre. Anche stavolta Aldo Solito e la sua compagnia hanno colpito nel segno; presentando al pubblico seduto in sala uno spettacolo ritmato e sempre godibile, mai incline alla battuta facile o volgare, bensì basato su un uso sapiente della lingua, su frequenti giochi di parole, su  battute reiterate per amplificarne l'effetto comico. L'uso del dialetto tarantino è sempre elegante e comprensibile: depurato dagli eccessi vocali e di intonazione tipici della nostra terra, modernizzato e contaminato dalla lingua italiana come avviene, tutti i giorni per le strade della città.             La forza comica del racconto, rafforzata dalla perfetta e misurata prova di Angelo Solito e Donatella Zingarello nei ruoli-chiave dei teneri fratelli "fuori di testa", non perde mai di intensità per l'intera durata dello spettacolo. Si ride, sempre e di gusto.                                                    Nel contempo, il retrogusto amaro del testo a tratti fa indignare (quando Vittorio "scarica" senza troppi scrupoli i congiunti più sfortunati) e poi commuovere (quando la futura moglie del protagonista riunisce la famiglia sotto lo stesso tetto) , prima del favolistico lieto fine, che tutti sognerebbero anche nella vita reale.                                          Azzeccate le scelte scenografiche, d'effetto l'idea di utilizzare i genitori defunti come fantasmi "imprigionati" nei quadri presenti in salotto: quasi voci narranti che punteggiano l'intera commedia. "Non siamo pazzi... però..." è un lavoro che fa approdare la compagnia "TeatroPerPiacere" (da applaudire anche Rosetta Agaparupa, Sergio Tersigni, Chiara Vinci, Simona Lezzi, Franco Boccuni) alla piena maturità recitativa. Il cammino prosegue e promette nuove pagine teatrali da ricordare.

Leo Spalluto-04-04-2012